Qualche anno dopo il suo libro Gelosamente, ci ritroviamo nel suo salotto, che per noi è come se fosse una seconda casa, con il caldo, l’acqua fresca e le candele accese. Un incontro di lavoro, che tutto sa tranne che di lavoro, per parlare del La Cinica Insensibile e la Generazione Z.

Inizia cosi la nostra chiacchierata con la Dottoressa Gloria Mazzeo, volto noto del nostro blog, presente in molti dei nostri progetti.

 

intervista con la Dottoressa Gloria Mazzeo

La cinica Insensibile e la Generazione Z è un libro in cui si parla delle nuove generazioni e di genitori spaesati, la prima domanda viene quasi in automatico:

Da “madre” come hai fatto a scrivere La Cinica Insensibile e la Generazione Z?

Hai fatto una domanda che un po’ mi ha fatto tirare il fiato. 

Quando lavoro adotto costantemente una modalità distaccata rispetto alla fenomenologia che vado ad indagare, un po’ ispirandomi al concetto di avalutatività weberiana che da Sociologa porto nel mio bagaglio formativo.

E’ importante far emergere l’approccio non “giudicante” verso le cose, i fatti e le persone di cui tratto, ed è ciò che ho cercato di fare avvalendomi di statistiche, dati ufficiali, notizie di cronaca, insomma tutto un insieme di dati oggettivi non suscettibili al mio valore morale.

Certo è che pur se Sociologa, pur se Criminologa e tante altre cose che definiscono il mio percorso formativo e non molto la mia Persona, sono anche Donna e Madre, variabili che io considero un plus valore, un quel qualcosa in più che forse rende “umani” i miei lavori, che li fa sentire vicini alla Gente, perché poi questo è il mio obiettivo.

Scrivere da “madre” ha voluto principalmente dire “attenta Glo’, non abbassare la guardia”, ed è ciò che sto facendo e che necessariamente farò negli anni a venire, pur certa che mia figlia ha il sacro santo diritto di sbagliare, cadere, rialzarsi e fare esperienza.

Il mio compito genitoriale è quello di essere per lei un punto di riferimento al meglio che posso essere, che non vuole dire esserle amica o dirle sempre sì, al contrario vuol dire rappresentare una opposizione costruttiva e un luogo certo nel quale lei può trovare conforto e scontro ideologico funzionale per la sua crescita. In buona sostanza “esserci” – che è una gran fatica – perché è un “esserci” totale e non solo fisico, anzi, il fatto che lei abbia interiorizzato modalità educative che poi esterna e che le metta in campo quando fisicamente non ci sono, vuol dire il lavoro che si sta facendo sta dando i suoi frutti. 

Pensare che tra qualche anno sarà protagonista di serate, discoteche, rischi e pericoli annessi non mi fa emozionalmente stare bene.

Confido però nelle sue capacità di discernimento che dipendono e dipenderanno solo dal mio lavoro di “madre” in questi anni prepuberali e adolescenziali e che le consentiranno di essere una Donna capace e responsabile.

La cinica Insesibile e La Generazione Z, presenta dei capitoli che trattano le challenge più spietate.

Puoi spiegarci cosa scatta nella mente di un adolescente? Cosa vuole dimostrare?

Per chi non lo sapesse, la challenge è una sfida alla quale l’adolescente aderisce e partecipa, postandone poi in rete il filmato.

Lo fa e lo fanno principalmente perché da sempre il gruppo è un elemento portante nella fase di crescita degli adolescenti ed è in un rapporto inversamente proporzionale, a mio avviso, rispetto al radicamento familiare e alla propria autostima.

Più si è soli e più il gruppo è necessario.

Solo attraverso il gruppo l’adolescente si percepisce come Soggetto, ovvero, esisto perché sono nel gruppo.

Viene da sé che l’accettazione del gruppo di riferimento è fondamentale.

Questo lo vediamo anche nei casi di bullismo, in cui la vittima, molto spesso emarginata e derisa, soffre quell’isolamento sociale che lo mette ai margini e che spesso fa fare gesti estremi.

Nella mente di un adolescente l’approvazione ed il riconoscimento esterno è così forte che compie atti del tutto irragionevoli e privi di senso che spesso, al contrario di quanto vorrebbero, li rende ridicoli e li mette a rischio.

Nel libro troverete diverse esperienze che dovrebbero far molto riflettere questo mondo adulto molto assente e assorbito dal proprio egoismo narcisistico.

Nel tuo libro hai parlato della TRAP, ma perché emergono questi testi e perché soprattutto hanno così tanta presa tra i giovani?

Premesso che è un genere che fa discutere, che è suscettibile del gusto personale, certo è che ha una presa sul mondo giovanile molto ampia, basti guardare il numero delle visualizzazioni di alcuni video di questi Signori…non me la sento di chiamarli cantanti.

I testi sono per la maggior parte violenti, crudi e utilizzano volutamente un linguaggio scurrile.

e indovina Francesca?.

(risata sarcastica) …cosa c’è di più trasgressivo che mandare al diavolo padre e madre attraverso una canzone?

Parlare di violenza sessuale, di stupro o sottomissione della donna, con la mia personalissima amarezza che anche le ragazze seguono questa moda.

I giovani pensano di poter sconvolgere e ribaltare gli ordini, ma non si rendono conto e non possono comprendere, per la loro inesperienza, che la vera trasgressione oggi è avere una Identità ben costituita.

Un’identità contraria all’ordine pre stabilito, ma sono estremamente fragili e vulnerabili da non poter nemmeno fronteggiare un rifiuto, ecco perché ci ritroviamo poi con uomini che uccidono le loro donne a causa della fine di una relazione amorosa.

La classe adulta e genitoriale ha perso il controllo e il ruolo che non esercita più e accontenta, molto spesso prevenendo addirittura, le richieste dei propri figli.

E’ doveroso che io ricordi che la negazione e la frustrazione infantile prima ed adolescenziale poi, sono tappe fondamentali e necessarie per la strutturazione di una identità adulta.

Perché Youtube consente la diffusione di questi video?

Per soldi. Le visualizzazione producono business e sappiamo benissimo che davanti al guadagno la morale cade a terra.

Non abbiamo ancora una legge che vieti o inibisca alcune trasmissioni, ci sono dei codici interni che vengono secondo loro rispettati, pertanto laddove non si configura reato tutto è lecito.

Il punto è che bisognerebbe distinguere, secondo me, il piano legislativo in cui il “si fa o non si fa” è un discrimine perseguibile legalmente, dal piano sociale in cui etica, morale e buon senso dipendono esclusivamente dal proprio cervello.

Ci sono tante cose che fanno male anche legali, pensa al tabacco, eppure è normale e lecita la loro vendita, perché producono soldi. Vogliamo parlare della droga? O della prostituzione?…Non è non sarà mai la sola Legge a garantire la “cosa giusta”, ma solo ed esclusivamente un corredo emotivo che, permettimi dirlo, è totalmente assente oggi.

Bisogna ribaltare il concetto per cui “apparire” è Essere.

Una cosa che mi ha molto colpito leggendoti…il suicidio giovanile, ma da cosa dipende veramente?

Ho accennato un po’ prima parlando del bullismo, purtroppo sì, abbiamo dati molto allarmanti in merito al suicidio giovanile che ha visto negli ultimi anni abbassarsi l’età d’esordio dei primi tentativi.

Di questo gesto incomprensibile a volte, anche qui ricordo le molte challenge che istigano all’autolesionismo ed al suicidio vero e proprio.

Un ragazzino solo ed isolato, non “accettato”, al quale non viene offerta nessuna alternativa, è e sarà preda dell’esclusione sociale, del proprio annullamento prima psichico e poi fisico e come ho detto nel mio libro, c’è il rischio altissimo che scelgano la morte alla solitudine.

Hai qualche suggerimento da offirirci?

…oltre comprare e leggere il mio libro?

Ammetto che qui è subentrata l’amicizia alla professionalità!!!

Battuta a parte Francesca, ci sono moltissime cose che possiamo e dobbiamo fare e non a caso non uso il condizionale.

Vanno proprio fatte: tipo ripristinare i ruoli, la buona educazione, un sistema meritocratico a scuola e fuori, una sana competizione e non un antagonismo deleterio figlio di un narcisismo accanito. Direi che la situazione è ampiamente sfuggita di mano, ma considerando gli effetti di questo comodo “laisser faire” del mondo adulto (di cui si ha poca contezza) travestito da modernità, sarebbe più che opportuna necessaria, una rivalutazione complessiva a partire dalle parole che utilizziamo e dai pensieri troppo accomodanti che ci facciamo aderire come vestiti dalla taglia sempre giusta. C’è molto da fare.

Abbiamo molto da fare.

La nostra chiacchierata purtroppo finisce qui, gli impegni di lavoro, ci portano ad alzarci dal comodo divano che la dottoressa ha nel suo studio, anche se confesso che sarei stata ore ed ore a parlare con lei.

Sto leggendo il libro e mi rendo conto di come possa essere un vero aiuto, oltre che per noi genitori, anche per insegnanti e maestri di attività sportive, che insieme a noi, seppur minore, hanno la responsabilità di essere un modello al quale i giovani possano ispirarsi.

Pensiamo sempre che la Generazione Z, come riporta il saggio, che frequentiamo noi, o con le quali viviamo, siano diversi, che siamo fortunati a non aver nulla a che fare con i capitoli scritti all’interno, ma credo che imparare a conoscere questa Generazione Z, sia il primo passo da fare, per evitare che alcune situazioni vengano raccontate nei tg la sera o scritte negli articoli di cronaca.

 

la copertina del libro disponibile online

Potete acquistare il libro La Cinica Insensibile e Generazione Z, direttamente con la SaMa Edizioni o con tramite il famoso Amazon

Restate con noi, perché ci sono altri progetti che riguardano proprio me e la Dottoressa!

 

Francy

Fondatrice ed ideatrice del Blog D di Donna, mamma e viaggiatrice incallita sia per passione che per lavoro.

La nascita di Dodo non ha fermato la mia passione per i viaggi, ora viaggio anche e soprattutto attraverso i suoi occhi.

Vi darò dei consigli nella rubrica “Vita da mamma”, dato che sono una mamma full time, anche se poi il tempo non mi basta mai, mentre nella rubrica “A spasso con Francy” vi racconterò dei paesi che ci sono nel mondo, visitati insieme alla mia famiglia e di idee per weekend e gite, perché per viaggiare non bisogna per forza allontanarsi!

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