“Se mi dai un bacio, ti faccio trovare un regalino la prossima volta”…

 

A chi non è mai capitato di ascoltare una frase di questo tipo? Quando la nonna o il nonno chiedono un saluto del proprio nipote?

…da che parte cominciamo? 

Da quella del bimbo e del perché non saluta? 

Del genitore che non interviene al momento per far salutare i nonni?

O quella dei nonni che in modo amabilmente “ricattatorio” cercano solo e semplicemente affetto e rispetto?

 

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Care Lettrici oggi sono partita da una domanda per riflettere insieme sull’importanza del sistema premi/punizioni come strumento educativo. Molto spesso, in aula o anche nel setting di un intervento privato, mi viene richiesto quale sia il modo giusto per educare i propri figli, in particolare come ci si dovrebbe comportare in merito al regalo per il termine della scuola. Gli anni scolastici scandiscono inesorabili il passare del tempo e quindi la crescita psico-fisica dei nostri figli che, al di là di quanto ne possiamo pensare, sanno perfettamente come “agire” per ottenere ciò che desiderano.  

Fin qui nulla di nuovo: iniziano verso i 5-6 anni ad alzare l’asticella del gioco-forza e sperimentano il loro e conseguentemente il nostro potere. Loro chiedono, ordinano e pian piano pretendono. Noi, travolti dai sensi di colpa del poco tempo che riusciamo a dedicare loro, compriamo e non volendo ci pieghiamo alla loro volontà. Ma fino a che punto è corretto farlo?

La pagella è un momento importante, è la linea che si tira per i voti, per le promozioni, per le bocciature e le valutazioni non brillanti.

Non voglio tediarvi con la significativa casistica di giovanissimi che per scappare alle bugie in merito al loro rendimento scolastico, hanno tentato il suicidio, o di quei ragazzi che per eludere la critica lapidaria dei loro insuccessi, preferiscono scappare di casa…

Il voto in una materia è un voto, va circostanziato e contestualizzato. Quel voto “è di nostro figlio”, ma non “è nostro figlio”. Un 4 a matematica, testimonia che non era preparato per quella interrogazione, ma non certamente che non capisce nulla o che sarà un fallito nella vita. Di contro, un 9 non ne fa un piccolo genio. Questo perché, chi mi segue lo sa, esistono le intelligenze multiple: possiamo essere molto bravi in alcuni campi intellettivi, ed esserlo meno in altri…ma siamo noi, coi nostri punti di forza e i nostri limiti.

Allora che si fa? Riprendiamo dall’inizio. 

 

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Il saluto ai nonni, così come a volte al genitore, non può essere “estorto” in cambio di qualcosa di altro. Ci si saluta per affetto, per educazione, ma non certamente per ottenere qualcosa. I bambini “sentono” e non solo con le orecchie, se fanno capricci per non salutare forse sarebbe il caso di chiedersi come mai. Ottenere un bacio dei nostri piccoli anche in cambio di una semplice caramella è un sistema di scambio simbolico pericoloso che li porterà a pensare che “funziona” proprio così, mentre la realtà è ben diversa. Non si dovrebbe mai mercificare l’affetto dei nostri figli, pena il rischio di avere dei “mercenari”. I valori, l’amore, non hanno prezzo e non sono acquistabili, è questo il senso.

E qui arrivo all’anello di congiunzione col sistema premi/punizioni.

Una bella pagella è motivo di orgoglio certamente, per l’alunno che vede riconosciuto il suo impegno e per i genitori che di questo ne andranno fieri. Ma cosa gli si compra, cosa si regala ad un figlio che ha una bella pagella?

Anche nulla.

So che state storcendo il naso, ma non si dovrebbero fare regali in cambio del bel voto in sé per sé. Perché la scuola è primariamente una opportunità per mettersi alla prova, per identificare i propri talenti…quanto vale un 8 in italiano? Un libro, un cellulare o una vacanza? E se l’8 in italiano è conseguito da uno scolaro di una famiglia meno abbiente? Che succede, cambia di valore?

Assolutamente no.

Ogni Alunno che termina un anno scolastico ha diritto sicuramente al riposo, alla gratificazione indipendentemente dal risultato, ma per aver tagliato il traguardo. Di che entità il regalo? Il più semplice possibile, perché quel traguardo tagliato “non ha prezzo”, non dovremmo insegnare ai nostri figli che il loro successo vale un cellulare, perché in realtà vale molto di più. Vale la loro crescita, la loro autostima, il nostro orgoglio apertamente manifestato per loro. 

Se i parametri fossero mercificabili, allora, una bocciatura cosa comporterebbe? La requisizione di ogni bene materiale, il proibizionismo più totale? “Se non superi l’anno, dimenticati le vacanze”, è una intimidazione bella e buona che con altissima percentuale non spronerà nostro figlio. Cerchiamo invece di sostenerlo laddove le lacune siano manifeste, cerchiamo di seguirli durante tutto l’anno scolastico, partecipando anche ai loro compiti, alle loro interrogazioni. La Scuola si dovrebbe vivere, non sopportare, invece, purtroppo, sempre più spesso vedo ragazzi che vivono in maniera molto brutta, questa che forse sarà una delle esperienze più determinanti della loro vita.

Sostenere i figli col proprio supporto è il miglior riconoscimento…e non c’è bene materiale che tenga di fronte ad una “ricerca” fatta insieme a mamma o a papà. Sono perfettamente consapevole che il tempo è poco, che dopo una giornata di lavoro siamo tutti molto stanchi e mettersi a sentire la lezione di storia non è certamente entusiasmante. Ma non è la lezione che ascolterai, bensì tuo figlio, che con te accanto avrà un viso molto più luminoso dello schermo del cellulare che hai sacrificato per prestargli attenzione.

Non posso dire, ma soprattutto non voglio dire, se sia giusto o sbagliato premiare o meno i propri figli. Certo è che lo stile educativo già nei primi anni è fondamentale (così come nel saluto dei nonni) per orientare l’inclinazione scolastica dei nostri figli, il tempo è il miglior regalo che si possa fare. Il vostro supporto, il sentirvi parlare in modo orgoglioso, ma obiettivo di loro, è ciò che li rende forti, non è la fine corsa il punto, ma aver corso con voi.

Frasi del tipo “se studi, ti compro….” (qualsiasi diavoleria possa venirvi in mente), non ha nessun messaggio educativo. Non spiega perché un ragazzo dovrebbe studiare, cosa a mio avviso indispensabile alla motivazione di base. Al contrario, li induce a pensare che studiare è una forma di baratto, ma che poi si scontra con le reali capacità dello studente, che sono diverse dalle competenze e dai talenti, che ognuno ha. Individuate quello dei vostri figli, spurio dalle vostre proiezioni personali.

Voglio salutarvi con una mia riflessione:

“Se studi guadagnerai un sapere in più, un’arma intellettiva spendibile e che ti potrà dare la chiave più importante: quella della libertà di pensare, di parlare, di rispondere. La libertà di poter uscire da qualsiasi forma di ricatto e sporco gioco di manipolazione, perché attiva il ragionamento ed il pensiero. E chi ragiona con la propria testa è una mente, forse non premiata, ma libera”.

Auguri di fine Anno Scolastico a tutte Voi ed ai Vostri figli.

 

 

Dottoressa Glò

 

Francy

Fondatrice ed ideatrice del Blog D di Donna, mamma e viaggiatrice incallita sia per passione che per lavoro.

La nascita di Dodo non ha fermato la mia passione per i viaggi, ora viaggio anche e soprattutto attraverso i suoi occhi.

Vi darò dei consigli nella rubrica “Vita da mamma”, dato che sono una mamma full time, anche se poi il tempo non mi basta mai, mentre nella rubrica “A spasso con Francy” vi racconterò dei paesi che ci sono nel mondo, visitati insieme alla mia famiglia e di idee per weekend e gite, perché per viaggiare non bisogna per forza allontanarsi!

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