Che strano titolo oggi eh! Buon lunedì e buon inizio di questa settimana che con DdiDonna è davvero speciale! Apro io le danze e ne sono onorata. Tra l’altro con due libri che pensavo di leggere in una settimana e che invece sono talmente ricchi di contenuti e talmente istruttivi che mi sono obbligata a “bere a piccoli sorsi” per idratarmi meglio! Ahahahah Vorrei fare un passo indietro e raccontarvi di cosa mi ha portato alle letture delle quali poi vi parlerò: si chiacchierava nel nostro gruppo dei sempre più frequenti atti di bullismo che girano non solo al telegiornale o alla radio ma anche tra le mamme “in carne ed ossa” quelle che vivono proprio accanto a noi. Così sono uscite confessioni personali e non e la volontà, non dico di cambiare il mondo, ma di far sentire la nostra voce! Tra di noi di DdiDonna c’è chi è madre e chi no, ma tutte, indistintamente, abbiamo avuto la stessa voglia di urlare BASTA! Così, avendo una rubrica libri, ho pensato che sarebbe stato carino presentare un libro a tema. Ho azionato la massa grigia e capito che un trattato sul Bullismo non lo avrei mai potuto né leggere né raccontare né…. farmelo piacere! Quindi ho pensato al bullismo nella sua forma più primitiva: il capo banda alle elementari che snobba il secchione e lo obbliga però a fare i compiti per lui. Scena tipica! Oppure al bambino che cammina per il corridoio a testa alta, spalle larghe e si fa strada verso il suo avversario in “amore” minacciandolo di buttarlo giù dalle scale se si avvicina ancora alla sua “amata”. Altra scena tipica! Di fronte a questi racconti, arrivati alle mie orecchie tramite mio figlio, ho sempre detto a lui solo una cosa: “Non essere arrabbiato con “X” per come ti ha trattato o per come ha trattato il tuo compagno. Se si comporta così, da bullo, probabilmente è perché sta soffrendo per qualcosa che non riesce a dire. La prossima volta che lo incontri, salutalo e sorridigli. Vedrai che accorgersi di avere un possibile amico, sicuramente lo aiuterà a stare meglio” Ok, ma quindi se si comporta così perché probabilmente sta soffrendo… che facciamo? Certamente possiamo aiutare lui ad ascoltarsi e ad esprimersi non violentemente. Ma se poi a casa tutto resta come prima??? Ok, possiamo dare la colpa allora ai genitori, ma se i genitori non li “educhiamo” al miglioramento… resteremo sempre nello stesso punto difficile. Ecco quindi che arriviamo al dunque: il mio obiettivo di oggi è quello di dare ai genitori, e a chiunque si senta un educatore, qualche spunto di riflessione e di insegnamento circa la COMUNICAZIONE NON VIOLENTA. Wikipedia ci dice che:“La comunicazione nonviolenta, chiamata anche comunicazione empatica, comunicazione collaborativa o linguaggio giraffa, è un processo di comunicazione assertivo sviluppato da Marshall Rosenberg a partire dal 1960, e diffuso dal suo Centro per la comunicazione nonviolenta, introdotta per evitare i conflitti e per essere efficaceLa comunicazione nonviolenta si basa sull’idea che tutti gli esseri umani hanno la capacità di compassione e ricorrono alla violenza o a un comportamento che danneggia gli altri quando non riconoscono le strategie più efficaci per soddisfare i propri bisogni. Le abitudini di pensare e di parlare che portano all’uso della violenza (psicologica e fisica) sono apprese attraverso la cultura.” Essendo Rosenberg il fautore di questo approccio educativo (o “stile di vita” direte dopo la lettura delle prime pagine) non potevo che affidarmi a lui!LE PAROLE SONO FINESTRE – OPPURE MURI – di M.B. Rosenberg
Fondamentalmente è un testo che spiega nei minimi particolare cosa è la Comunicazione Non Violenta (CNV) e attraverso esempi quotidiani permette di comprenderne appieno la pratica. :Bellissima ed esplicativa la prefazione del nipote del Mahatma Gandhi, nella quale si capisce quanto ciascuno di noi comunichi o subisca violentemente e di quanto la violenza passiva si trasformi poi in violenza fisica. Ecco da qui il perché del mio titolo, che è quasi una provocazione chiaramente, ma rende un po’ l’idea del mio concatenato pensiero. E’ chiaro che non si tratta di accettare comportamenti che non devono essere accettati, ma forse porsi diversamente nei confronti dei figli quando qualcosa non va… sarebbe sicuramente un passo avanti. I nostri stessi figli imparerebbero a non urlare ma a parlare. “Il mondo è così come lo abbiamo fatto noi. Se oggi è spietato è perché lo abbiamo reso spietato con i nostri atteggiamenti. Se cambiamo noi stessi possiamo cambiare il mondo e questo cambiamento comincia con un cambiamento nel linguaggio e nella comunicazione” Il libro è suddiviso in 14 capitoli, ognuno dei quali a mio parere dovrebbe essere letto, riletto, esercitato e vissuto per almeno un paio di settimane. “Eh, si certo, ci metto un secolo a leggerlo tutto!” Già… ma se vogliamo davvero comprendere ed applicare quotidianamente questa CNV è indispensabile lavorare sodo! Pensavo anche io di comprare un libro così, un manuale che mi raccontava la storia della Comunicazione Non Violenta, mi faceva due esempi e via, chi s’è visto s’è visto! Invece fortunatamente ho trovato un testo applicabile alla vita. Già da solo è tanta roba, ma unito al suo Manuale che presenta ulteriori “esercizi” e “valutazioni” diventa una vera e propria forza! Quando ho acquistato questo libro, tra i consigli di Amazon, faceva capolino un altro testo sempre in tema: GENITORI EFFICACI di Thomas Gordon Capitava a pennello, perché in fondo uno degli obiettivi della CNV è proprio questo: rendere efficace l’educazione dei genitori. E così, magicamente, è entrato nel carrello pure lui! Ma guarda te!
Anche di questo libro ho letto solo la prefazione e il primo capitolo perché addirittura ogni parte andrebbe esercitata per un mese! Non troppo diverso nel genere e nell’esposizione, teoria e pratica anche qui vengono costantemente uniti. Cambia sicuramente il punto di osservazione. Se nel testo di Rosenberg il tutto era incentrato sull’osservazione dell’io come persona, in questo libro invece tutto è rapportato all’ambiente famigliare. Come è giusto che sia in questo caso. Lavorare sugli adulti e lavorare su se stessi quando si è adulti è molto molto difficile. Ma credo non impossibile. Come diceva Gandhi:
Buona lettura ma soprattutto buona riflessione! Ora vado a urlare allo specchio, giusto per sfogarmi un po’! Ahahahahah A lunedìBarbara