Il dado è tratto, le famose statuette dei Grammy sono state consegnate. E lei, Laura Pausini è l’unica che oggi può far parlare bene dell’Italia, seppur il nostro paese resta a mani vuote. Un paese troppo deriso e sottovalutato, ma la nostra Laura ha sorvolato l’oceano, e tutta l’Italia, simbolicamente con lei, ed è atterrata nel Golden State, dove ad attenderla c’era una nomination, nella categoria Best Latin Pop Album, ma anche una concorrenza spietata, dai nomi come Beyoncé e Adele. Lei, però, con la classe che la contraddistingue, con un abito della maison Valentino, portando ancora più in alto l’orgoglio italiano e con la genuinità della sua terra, la Romagna, senza dimenticare da dove è partita, si è seduta nella platea ed ha aspettato il suo turno, accompagnata come sempre dal suo fedele compagno Paolo Carta.
Certo è stato davvero un peccato non ascoltare la celebre frase che si usa in queste occasioni “and the winner is” o “the award goes to” rivolta a lei, però almeno per una sera l’Italia è stata rappresentata nel bene, e non nel male. Il suo sorriso emozionato, felice e soprattutto spontaneo, fa il giro di tutto il mondo, e in quel sorriso c’è dentro un paese intero, perché ammettiamolo quando si arriva a concorrere con questi nomi è come essere irrito alla finale di un mondiale. Che dire se non un grazie, rigorosamente con la Z alla romagnola mi raccomando, a colei che con naturalezza riempie stadi e palazzetti come niente fosse, che ai suoi concerti ti ritrovi a ballare e piangere così, senza rendersene conto. E che ti parla senza frasi fatte, come fanno le grandi star, chenon vanno oltre ad un ciao.Andare a un suo concerto e sentirsi dire “duettiamo insieme?” È una cosa normalissima!!!! Cosa realmente accaduta, stadio olimpico di Roma, 11 giugno 2016, simili tour, duetto tra lei e il pubblico con “scriverò il tuo nome in maiuscolo”Un grazie a colei, che quando canta una canzone ti fa pensare “ma l’ha scritta così bene che sembra sapere la mia storia”.Un grazie a colei che è riuscita a cantare con estrema delicatezza, e rispetto, un tema delicato per noi donne, un bambino che non arriva (celeste).Lei che è riuscita ad abbattere una barriera troppo grande per le donne, cantare a San Siro da SOLA, non una volta, ma ben 3 volte, 2 delle quali proprio per il Pausini Stadi, alla faccia di chi ci chiama sesso debole!Dal 1993 l’Italia ha la sua Regina, e allora inchiniamoci davanti a Sua Maestà!!!E ora beviamoci su, perché la serata va festeggiata lo stesso, ma mi raccomando con un buon San Giovese DOC!!!!